È San Lorenzo

di Giovanni Ryūkō Cloutier.

La notte si nutre di suoni che smorzano i colori nel bagliore di piccoli puntini lontani che, muovendosi molto velocemente, nutrono il nostro racconto. È una storia d’Amore la nostra e l’inizio della settimana di Sesshin per le ordinazioni sembrerebbe il momento giusto per innamorarsi ancor più profondamente. Nuova gente che prova il ritmo di uno spirito antico e che si concede l’occasione di partecipare con tutto se stessi.

Mentre il mondo là, infuriando esausto, pare farsi sempre più piccolo e il lavoro sembra passare dalla “poesia di lottare per la propria vita” a “fare burocrazia per esserci”, qui le cose sono sempre quelle, semplici, sempre troppo brevi forse e forse già passate oltre.

Chissà come dev’essere visto il mondo da lontano, nella sua complessa interezza o intera complessità. Impegnato e laborioso, intento a fare di sé qualcosa che non sa. E nel buio poi!

La luce antica che lo illumina e ne illumina il destino è già da un altra parte, è già passato. Condannati alla naturalezza di mai sapersi soli, sono certo che Lui sorrida da lassù, consapevole che i problemi che ci facciamo non sono poi di gran conto: volersi bene non è solo il miracolo più grande ma anche semplicemente una storia. E mentre il soffio del tempo e dello spazio si tramuta in un tesoro prezioso nella sua mutevole composizione, proprio quelle storie che ci piacciono e in cui vogliamo credere, come stelle fugaci sopra le nostre teste a illuminare i nostri sogni e sorridere al nostro cuore, ci mostrano la via dal passato.

Piccoli puntini che muovendosi molto velocemente, disegnano la nostra storia, solo una storia: Maestri che di tutto si accontentarono e accontentano, tranne della propria capacità di amare.